L’ἔρις tra Eteocle e Polinice Problema nella tradizione testuale al v. 367 dell’Edipo a Colono di Sofocle Approfondimento di Elena Piolanti Corso di Filologia e letteratura greca A.A. 2017-2018 Eteocle e Polinice, Giovanni Silvagni, 1800 ca.
Torniamo un po’ indietro… 367 Πρίν μὲν γάρ αὐτοῖς ἤρεσεν Κρέοντί τε θρόνους ἐᾶσθαι μηδέ χραίνεσθαι πόλιν [...] 371 Νῦν δ’ἐκ θεῶν του κἀξ ἀλειτηροῦ φρενὸς εἰσῆλθε τοῖν τρισαθλίοιν ἔρις κακὴ ἀρχῆς λαβέσθαι καὶ κράτους τυραννικοῦ. 367 In un primo tempo piacque loro lasciare il trono a Creonte e non contaminare la città […] 371 Adesso invece, volontà divina o mente perversa, s’è scatenata tra i due, disgraziati!, una brutta gara, per arraffare il potere, il dominio tirannico. (Trad. di G. Cerri)
Riassumendo… ἤρεσεν: congettura di Bergk, sostenuta da Lloyd-Jones – Wilson, Avezzù – Guidorizzi ἦν ἔρως: Musgrave, Hermann, Jebb, Pearson, Tyrwhitt ἦν ἔρις: lezione dei codici, sostenuta da Campbell, Colonna, Meineke, Kamerbeek, Paduano, Mazon, Masqueray
In particolare: Avezzù – Guidorizzi (ἤρεσεν) afferma che nel passo in questione "sembra che si parli non di una lite ma piuttosto di un accordo tra Creonte e i figli di Edipo". Pearson (ἦν ἔρως) ipotizza che la causa dell’errore dei codici sia ἔρις al v. 372. Jebb (ἦν ἔρως) traduce "it was their desire", considerando la correzione necessaria e commentando: "ἔρις would have to mean ‘emolous desire’ (‘desiderio competitivo’)" e "the notion that Soph. was thinking of the ἀγαθὴ ἔρις, which rouses men to effort, as opp. to the κακὴ ἔρις (Hes. Opp. 11 ff.), is surely very frigid. It is possible, however, that it was this notion which first brought ἔρις into 367". Infatti: Colonna, così come Rodighiero e Kamerbeek (ἦν ἔρις), fa riferimento al passo di Esiodo ("sed ἔρις ἀγαθή ad κακή versus 372 opponitur, cf. Hes. Op. 11 sqq."). Inoltre: Paduano (ἦν ἔρις) traduce "c’era una gara". Mazon (ἦν ἔρις) traduce "Au début ils se disputaient l’honneur de laisser le trône à Creón". Masqueray (ἦν ἔρις) traduce "D’abord c’était entre eux une rivalité à qui laisserait le trône à Crèon".
Consideriamo il testo tradito…
Andiamo a vedere Esiodo: Hes., Οp. 11-26 Οὐκ ἄρα μοῦνον ἔην Ἐρίδων γένος, ἀλλ’ ἐπὶ γαῖαν εἰσὶ δύω· τὴν μέν κεν ἐπαινήσειε νοήσας, ἣ δ’ ἐπιμωμητή· διὰ δ’ ἄνδιχα θυμὸν ἔχουσιν. ἣ μὲν γὰρ πόλεμόν τε κακὸν καὶ δῆριν ὀφέλλει, 15 σχετλίη· οὔ τις τήν γε φιλεῖ βροτός, ἀλλ’ ὑπ’ ἀνάγκης ἀθανάτων βουλῇσιν Ἔριν τιμῶσι βαρεῖαν. τὴν δ’ ἑτέρην προτέρην μὲν ἐγείνατο Νὺξ ἐρεβεννή, θῆκε δέ μιν Κρονίδης ὑψίζυγος, αἰθέρι ναίων, γαίης [τ’] ἐν ῥίζῃσι καὶ ἀνδράσι πολλὸν ἀμείνω· 20 ἥ τε καὶ ἀπάλαμόν περ ὁμῶς ἐπὶ ἔργον ἐγείρει· εἰς ἕτερον γάρ τίς τε ἴδεν ἔργοιο χατίζων πλούσιον, ὃς σπεύδει μὲν ἀρόμεναι ἠδὲ φυτεύειν οἶκόν τ’ εὖ θέσθαι· ζηλοῖ δέ τε γείτονα γείτων εἰς ἄφενος σπεύδοντ’· ἀγαθὴ δ’ Ἔρις ἥδε βροτοῖσιν. 25 καὶ κεραμεὺς κεραμεῖ κοτέει καὶ τέκτονι τέκτων, καὶ πτωχὸς πτωχῷ φθονέει καὶ ἀοιδὸς ἀοιδῷ.
Non fu unica invero la stirpe delle Contese, ma sulla terra ne esistono due; la prima può lodarla chi bene l’intende, l’altra invece è biasimevole: un animo del tutto contrario esse racchiudono. La prima infatti fa prosperare la guerra funesta e la lotta – la sciagurata! –; nessuno dei mortali la ama; ma stretti dalla necessità essi, per volere degli immortali, rendono onore alla greve Contesa. La seconda, invece, la generò prima dell’altra la Notte tenebrosa; ed il Cronide dall’eccelso trono, che ha la sua dimora nell’etere, la pose alle radici della terra, e molto migliore per gli uomini; proprio questa suole svegliare egualmente al lavoro anche l’ozioso. Ognuno infatti sente la mancanza del lavoro, volgendo lo sguardo ad un ricco, e quindi si affretta ad arare, ed a piantare il campo, ed a farsi bene una casa; così il vicino prende invidia del vicino che anela al benessere – buona è questa Contesa ai mortali! – ed il vasaio gareggia col vasaio, e l’artigiano con l’artigiano; ed il mendico gareggia col mendico, e l’aedo con l’aedo. (Trad. di A. Colonna)
Sofocle, per quel che ne sappiamo, utilizza altrove ἔρις nell’accezione positiva esiodea? S., Aj. 731-732: λήγει δ’ ἔρις δραμοῦσα τοῦ προσωτάτω ἀνδρῶν γερόντων ἐν ξυναλλαγῇ λόγου. La lite giunta all’estremo cessa finalmente per le parole concilianti degli anziani. S., Aj. 1017-1018: τοιαῦτ’ ἀνὴρ δύσοργος, ἐν γήρᾳ βαρύς, ἐρεῖ, πρὸς οὐδὲν εἰς ἔριν θυμούμενος. Questo dirà quell’uomo violento, inasprito dalla vecchiaia, pronto ai contrasti anche senza motivo. S., Aj. 1163: Χο. ἔσται μεγάλης ἔριδός τις ἀγών. Ci sarà un’aspra disputa. (Trad. di G. Paduano)
S., OC 421-424: Οι. ἀλλ’ οἱ θεοί σφιν μήτε τὴν πεπρωμένην ἔριν κατασβέσειαν, ἐν δ’ ἐμοὶ τέλος αὐτοῖν γένοιτο τῆσδε τῆς μάχης πέρι, ἧς νῦν ἔχονται κἀπαναίρονται δόρυ· ED. Non vogliano gli dèi spegnere la discordia che è il loro destino, e da me possa dipendere l’esito di questo duello, in cui sono presi, e puntano la lancia l’uno contro l’altro! S., OC 1229-1235: ὡς εὖτ’ ἂν τὸ νέον παρῇ κούφας ἀφροσύνας φέρον, τίς πλαγὰ πολύμοχθος ἔ- ξω; τίς οὐ καμάτων ἔνι; φόνοι, στάσεις, ἔρις, μάχαι καὶ φθόνος· Quand’uno ha passato la giovinezza con le sue leggere follie, quale pena si tiene alla larga, quale sofferenza manca? Uccisioni, lotte, discordia, battaglie, nonché l’invidia; (Trad. di G. Cerri)
…la buona e la "cattiva" contesa? Hes., Οp. 11-26 Οὐκ ἄρα μοῦνον ἔην Ἐρίδων γένος, ἀλλ’ ἐπὶ γαῖαν εἰσὶ δύω· τὴν μέν κεν ἐπαινήσειε νοήσας, ἣ δ’ ἐπιμωμητή· διὰ δ’ ἄνδιχα θυμὸν ἔχουσιν. ἣ μὲν γὰρ πόλεμόν τε κακὸν καὶ δῆριν ὀφέλλει, 15 σχετλίη· οὔ τις τήν γε φιλεῖ βροτός, ἀλλ’ ὑπ’ ἀνάγκης ἀθανάτων βουλῇσιν Ἔριν τιμῶσι βαρεῖαν. τὴν δ’ ἑτέρην προτέρην μὲν ἐγείνατο Νὺξ ἐρεβεννή, θῆκε δέ μιν Κρονίδης ὑψίζυγος, αἰθέρι ναίων, γαίης [τ’] ἐν ῥίζῃσι καὶ ἀνδράσι πολλὸν ἀμείνω· 20 ἥ τε καὶ ἀπάλαμόν περ ὁμῶς ἐπὶ ἔργον ἐγείρει· εἰς ἕτερον γάρ τίς τε ἴδεν ἔργοιο χατίζων πλούσιον, ὃς σπεύδει μὲν ἀρόμεναι ἠδὲ φυτεύειν οἶκόν τ’ εὖ θέσθαι· ζηλοῖ δέ τε γείτονα γείτων εἰς ἄφενος σπεύδοντ’· ἀγαθὴ δ’ Ἔρις ἥδε βροτοῖσιν. 25 καὶ κεραμεὺς κεραμεῖ κοτέει καὶ τέκτονι τέκτων, καὶ πτωχὸς πτωχῷ φθονέει καὶ ἀοιδὸς ἀοιδῷ.
Ma in fondo è davvero necessario appellarsi a Esiodo?
Quali problemi abbiamo? 1) ἔρις + infinito Ne abbiamo, in verità, un altro esempio ai vv. 371ss.: Νῦν δ’ἐκ θεῶν του κἀξ ἀλειτηροῦ φρενὸς εἰσῆλθε τοῖν τρισαθλίοιν ἔρις κακὴ ἀρχῆς λαβέσθαι καὶ κράτους τυραννικοῦ. 2) Il significato di ἔρις
Per quanto riguarda il significato: Montanari: 1. lite, contesa, lotta, zuffa, combattimento (in situazioni di battaglia/guerra; si trova nell’Iliade); 2. contesa, rivalità, gara; 3. contesa, lite, disputa, discordia (generico; si trova in Euripide); Liddell-Scott: 1. strife, quarrel, contention (in Il., mostly of battle-strife); 2. quarrel, strife (generally; frequent of political or domestic discord; riporta come es. S., OC 372 e 1234; S., Aj 1163, oltre che alcuni passi di Euripide); 3. wordy wrangling, disputation; 4. contention, rivalry (frequent in Od.); ThGL: contentio, concertatio: - ubi de pugna dicitur, ut in Il. - et constructiones cum infinit. ap. Soph. Oed. C. 372
Una proposta di traduzione La prima ἔρις è la discordia già presente tra i due fratelli, in contrasto sin dalla scoperta dell’identità del padre 367 Πρίν μὲν γάρ αὐτοῖς ἦν ἔρις Κρέοντί τε θρόνους ἐᾶσθαι [...] 371 Νῦν δ’ἐκ θεῶν του κἀξ ἀλειτηροῦ φρενὸς εἰσῆλθε τοῖν τρισαθλίοιν ἔρις κακὴ ἀρχῆς λαβέσθαι καὶ κράτους τυραννικοῦ. 367 In un primo momento vi era discordia tra loro per lasciare a Creonte il trono […] 371 invece ora da parte degli dèi o di una mente insana è subentrata tra i due disgraziati una contesa mortale per prendere il dominio e il potere tirannico. La seconda ἔρις è ancora il dissidio, l’ostilità, che questa volta però si scatena maggiormente, rivelandosi κακή, pernicious (LSJ), estremamente rovinosa, quindi mortale