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La stele del doppio giuramento da Acarne 1.1 IV secolo ll. 1-4: invocazione e dedica ll. 5-20: giuramento 1 (efebi) ll. 21-46: giuramento 2 (contro i barbari)

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1 La stele del doppio giuramento da Acarne 1.1 IV secolo ll. 1-4: invocazione e dedica ll. 5-20: giuramento 1 (efebi) ll. 21-46: giuramento 2 (contro i barbari) ll. 46-51: conclusione

2 ll. 1-4 2.1 Dèi. Il sacerdote di Ares e di Atena Areia, Dion figlio di Dione, di Acarne, ha dedicato.

3 ll. 5-20: efebi 2.2 Il giuramento patrio degli efebi, che gli efebi devono prestare. Io non disonorerò le armi sacre né abbandonerò colui che sta al mio fianco, ovunque io sia nella linea. Difenderò le cose sacre e profane e non consegnerò la patria inferiore, ma superiore e migliore, per come sono in grado e con tutto. E ubbidirò a chiunque eserciti il potere ragionevolmente in qualunque occasione e in base alle norme in vigore e a quelle che saranno in vigore in futuro ragionevolmente. Se qualcuno distrugge queste cose, non gli darò supporto né io stesso né con tutti, e onorerò la religione patria. Testimoni: gli dèi Aglauro, Estia, Enyo, Enyalios, Ares e Atena Areia, Zeus, Thallo, Auxo, Egemone, Eracle, i confini della patria, grano, orzo, vigne, olive, fichi.

4 ll. 21-38: contro i barbari 2.3 Il giuramento che prestarono gli Ateniesi quando stavano per combattere contro i barbari. Combatterò finché vivo, e non porrò il vivere davanti all’essere libero, e non diserterò il tassiarco o l’enomotarco, né da vivi né da morti, e non partirò fino a quando gli egemoni non guideranno, e farò tutto ciò che ordinano gli strateghi, e seppellirò nello stesso luogo i morti degli alleati, e non lascerò nessuno insepolto. E quando avrò vinto combattendo i barbari, dedicherò la decima della città dei Tebani, e non distruggerò Atene o Sparta o Platea o alcuna delle poleis alleate, e non ignorerò chi è oppresso dalla fame e non negherò loro acqua, che siano amici o nemici.

5 ll. 39-56: contro i barbari 2.4 E se manterrò ciò che è scritto nel giuramento, la mia polis sia libera da malattia; se no, che sia malata. E la mia polis non sia devastata; se no, che sia devastata. E la mia (terra) dia frutti; se no, che sia sterile. E le donne diano bambini come i loro genitori; se no, mostri. E gli animali diano cuccioli come gli animali; se no, mostri. Essi prestarono questi giuramenti, coprirono le vittime sacrificali con gli scudi e al suono della tromba fecero una maledizione: se avessero trasgredito quanto prestato e non avessero mantenuto quanto scritto nel giuramento, che una maledizione colpisse le stesse persone che avevano prestato giuramento.

6 Licurgo 3.1 Lyc. 1.76-80: διόπερ, ὦ ἄ νδρες δικασταί, ταύτην πίστιν ἔ δοσαν α ὑ το ῖ ς ἐ ν Πλαταια ῖ ς πάντες ο ἱ Ἕ λληνες, ὅ τ ᾽ ἔ μελλον παραταξάμενοι μάχεσθαι πρ ὸ ς τ ὴ ν Ξέρξου δύναμιν, ο ὐ παρ ᾽ α ὑ τ ῶ ν ε ὑ ρόντες, ἀ λλ ὰ μιμησάμενοι τ ὸ ν παρ ᾽ ὑ μ ῖ ν ε ἰ θισμένον ὅ ρκον. Per questo, signori giudici, tutti i Greci si scambiarono questa promessa a Platea, quando stavano per schierarsi per combattere contro la forza di Serse. Non lo inventarono loro, ma lo copiarono dal giuramento che è consueto presso di voi.

7 Licurgo 3.2 Lyc. 1.81: Ο ὐ ποιήσομαι περ ὶ πλείονος τ ὸ ζ ῆ ν τ ῆ ς ἐ λευθερίας ο ὐ δ ᾽ ἐ γκαταλείψω το ὺ ς ἡ γεμόνας ο ὔ τε ζ ῶ ντας ο ὔ τε ἀ ποθανόντας, ἀ λλ ὰ το ὺ ς ἐ ν τ ῇ μάχ ῃ τελευτήσαντας τ ῶ ν συμμάχων ἅ παντας θάψω. κα ὶ κρατήσας τ ῷ πολέμ ῳ το ὺ ς βαρβάρους τ ῶ ν μ ὲ ν μαχεσαμένων ὑ π ὲ ρ τ ῆ ς Ἑ λλάδος πόλεων ο ὐ δεμίαν ἀ νάστατον ποιήσω, τ ὰ ς δ ὲ τ ὰ το ῦ βαρβάρου προελομένας ἁ πάσας δεκατεύσω. κα ὶ τ ῶ ν ἱ ερ ῶ ν τ ῶ ν ἐ μπρησθέντων κα ὶ καταβληθέντων ὑ π ὸ τ ῶ ν βαρβάρων ο ὐ δ ὲ ν ἀ νοικοδομήσω παντάπασιν, ἀ λλ ᾽ ὑ πόμνημα το ῖ ς ἐ πιγιγνομένοις ἐ άσω καταλείπεσθαι τ ῆ ς τ ῶ ν βαρβάρων ἀ σεβείας. Non porrò il vivere davanti alla libertà, e non lascerò gli egemoni né vivi né morti. Seppellirò tutti i morti in battaglia degli alleati. E quando avrò vinto in guerra i barbari, non distruggerò alcuna delle poleis che hanno combattuto per la Grecia, e dedicherò la decima da tutte quelle schieratesi con il barbaro. E non ricostruirò alcuno dei santuari bruciati e distrutti dai barbari, ma li lascerò per i posteri come un monumento all’empietà dei barbari.

8 Stele vs Licurgo 4.1 Stele, giuramento 2: ‘essere libero’ No diserzione dagli ufficiali Guida degli hegemones Seppellire nello stesso luogo Decima dai Tebani No distruzione Atene, Sparta, Platea, symmachoi Cibo e acqua - Licurgo, ‘giuramento di Platea’: ‘libertà’ No diserzione dagli hegemones Seppellire gli alleati Decima da tutte le poleis medizzanti No distruzione alcuna polis fedele - No ricostruzione santuari


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